E’ arrivato in autunno, a circa 2 anni dal precedente album di cover The Lost Are Found, il terzo album solista di Claudia Brücken, la storica voce di Propaganda e OneTwo. L’album è anche il primo che la cantante ha realizzato per la Cherry Red Records, l’etichetta britannica specializzata in ristampe di artisti anni ’80 e nel lancio di musica indipendente.
L’album, tranne una cover, interamente composto da brani inediti 9 scritti da Claudia a quattro mani con il produttore del disco John Oven Williams, che ha firmato da solo la seconda traccia dell’album.
Where Else… ha questa tracklist
01 I Want You
02 Nothing Good is Ever Easy
03 I Lay All Night
04 Day is Done
05 Walk Right In
06 Nevermind
07 How Do I Know
08 Moon Song
09 Letting Go
10 Time to Make Changes
11 Sweet Sound Vision
L’album è stato registrato tra l’inverno e la primavere del 2014 a North Kensington nello studio personale del produttore e con un approccio completamente diverso da quanto fatto da Claudia nei lavori precedent: quasi bandita l’elettronica, ogni brano è nato per essere eseguito in versione acustica piano o chitarra e voce. Non a caso, proprio per partecipare alle session di registrazione e rendere l’album ancora più personale, Claudia ha imparato a suonare la chitarra, studi che aveva interrotto da ragazza affascinata dal sound dell’elettronica dei Kraftwerk.
Per realizzare il nuovo album Claudia è stato influenzata principalmente da Lou Reed (soprattutto nel brano di apertura, la suadente I Want You), ma anche dai Depeche Mode e dai Velvet Underground.
L’album è incentrato sulle emozioni e sulle varie sfacettature dell’amore nonché sulle esperienze passate e le speranze per il futuro. Per quanto riguarda il titolo dell’album, Claudia ha spiegato che rispecchia la sua natura esploratrice e curiosa, Where Else non è altro che una parte della domanda: dove sarò e cosa farò in futuro?
Il disco è uscito in un elegante digipack con foto realizzate dall’artista feticcio dei Depeche Mode, Anton Corbijn e brevi frasi di Claudia in controcopertina a commento di ogni brano.
Complici i raffinati arrangiamenti acustici, il disco è pervaso da atfmosfere folk, blues, con qualche richiamo al country rock. Passando ai brani, il pezzo di apertura ha uno stile cantautorale americano in cui forti sono le influenze del sound di Lou Reed, Nothing Good is Ever Easy sembra richiamare i suoni delicati di un pezzo di Dido, I Lay All Night si fa apprezzare per l’ossessivo Feel Your Love che accompagna tutto il brano, Day is Done (cove di Nick Drake) è una breve pezzo lento di raccordo che necessita più di un ascolto per essere apprezzato, Walk Right In ha un arrangiamento acustico molto interessante con chitarre ed archi a fare da tappeto alla voce di Claudia, forse il brano più folk del disco che regala un’atmosfera di pace e rilassatezza. Nevermind è il primo pezzo ritmato dell’album, con un arrangiamento più aggressivo, un bel pezzo pop che finalmente dà una scossa all’album caratterizzato da un interessante riff di chitarra countryieggiante che compare qua e là. How Do I Know parla del lasciarsi andare, del desiderio di rischiare all’interno di una storia, è un brano prettamente acustico con un arrangiamento molto soft dove ancora una volta è la chitarra a farla da padrone.
Moon Song è caraterizzato da un ritorno agli arrangiamenti soft-country, mentre in Letting Go fa finalmente la comparsa un pò di elettronica oltre ad un’ispirata chitarra per un brano veloce che si segnala come il migliore del disco. Time to Make Changes vede di nuovo il rallentarsi del ritmo, per una canzone dal ritmo sognante che spiega come l’amore sia la forza in grado di far splendere una persona, si chiude con Sweet Sound Vision chiude il disco con un brano che indica il potere della speranza per il futuro, con lo stile tipico dell’intero progetto: arrangiamenti delicati e la voce di Claudia in primo piano.
Where Else… è un disco che va nella direzione voluta dall’artista: la sperimentazione, ovviamente in chiave acustica visto che Claudia è stata la regina del synth-pop tedesco, ricalcando le orme dei gloriosi Kraftwerk. Forse, però, si è voluto spingere un pò troppo sul suono soft e sul lato acustico dell’album, mancano brani che colpiscono al primo ascolto, tolti Nervmind (giustamente primo singolo estratto), Letting Go ed, in parte, I Want You. Where Else è un tentativo sicuramente da apprezzare ma che forse andava sfruttato meglio.
Giudizio: 6/10
Da scaricare: Letting Go, Nevermind e I Want You
Andrea Dasso
Tags: anton corbijn, cherry red, claudia brucken, depeche mode, kraftwerk, onetwo, propaganda, recensione, where else
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