-di Andrea Dasso– Nato da un’idea di Giampiero Jum Troianiello che nel 2009 firma l’ep d’esordio “Scrivere Storie”, il progetto Beltrami si è saputo ritagliare un proprio spazio all’interno del panorama indie italiano arrivando ad essere ad essere artisti della settimana di MTV – New Generation. Ad inizio 2016 è uscito il loro secondo album, Punti Di Vista, seguito recentemente dal singolo Piangi. Noi di SPL80 abbiamo approfittato dell’uscita del nuovo singolo della band per farci raccontare un pò di cose, ecco cosa ci siamo detti:
Iniziamo dal vostro nome, Beltrami, cosa significa il nome della vostra band?
Beltrami non è altro che un cognome che un’amica che viveva in Toscana ci ha suggerito, presi dall’idea che avremmo potuto cercare tra i cognomi, elemento forse un po’ abbandonato dagli artisti in fase di scelta 😀
I Beltrami sono partiti come un progetto solista di Giampiero Jum Troianiello, poi nel 2011 si sono aggiunti anche Pasquale e Carmine, ci raccontate come vi siete conosciuti e quando avete capito che potevate diventare una band?
In realtà quella distanza (tra il 2009 e il 2011) è soltanto tecnica. Pasquale e Carmine sono entrati nel progetto fin dal primo live e fin da quel momento si è capito che il progetto avrebbe preso una piega di gruppo. Ci siamo conosciuti al liceo, come tutti i membri delle band più note.
Quali sono gli artisti che vi hanno influenzato maggiormente nella vostra carriera?
Sicuramente i cantautori italiani, quelli che hanno fatto la storia e anche quelli a noi più vicini. Poi le grandi band del rock e quelle che hanno sempre preferito l’eleganza, negli arrangiamenti.
Nel vostro primo disco avete lavorato anche con Roberto Angelini, come è nata questa collaborazione con un artista così importante della scena romana?
In maniera del tutto naturale. Gli abbiamo mandato il brano, che poi ha interpretato, su Facebook. Lui ci ha risposto “mi piace, facciamolo” e da lì è partita l’organizzazione logistica, non facilissima ma resa tale dalla grandissima disponibilità di Roberto. Davvero una bella esperienza, la ricordiamo ancora come fosse ieri
Avete realizzato da poco il vostro secondo album “Punti Di Vista”, descrivetecelo in 3 parole…
Pop, maturo, rapporti. Lo sappiamo che la terza non è un aggettivo, però è la parola che maggiormente descrive l’essenza del disco. Gli altri son facili da capire oppure, ancora meglio, ognuno li interpreti come vuole, dopo aver ascoltato il disco.
La cover del vostro ultimo album è particolare: una donna con la testa di un coniglio spiata da un buco della serratura, qual è il suo significato?
L’esperimento che abbiamo fatto per entrambi i dischi è stato quello di affidarci ad una persona (Louis Muhe), a raccontargli le nostre suggestioni rispetto al disco e lasciare che fosse lui a farle sue e renderle graficamente. Il risultato è stato di due copertine che non ci aspettavamo ma che ci hanno colpito moltissimo. Crediamo molto nel fatto che ognuno debba esercitare il suo lavoro, soprattutto se è quello per cui si è nati, quello che si fa con maggior passione.
Quali sono le principali novità in fatto di sound e/o di testi che possiamo trovare in “Punti Di Vista” rispetto ai vostri lavori precedenti?
Prima abbiamo usato “maturo” per un motivo che possiamo spiegare meglio grazie a questa domanda. La novità è proprio questa: il primo disco era una raccolta di tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento, questo disco è nato con un’identità più forte, con la volontà di scrivere dei pezzi che facessero parte di un progetto discografico e scritti in un minore lasso di tempo. Questa, riteniamo sia la novità fondamentale.
Avete appena terminato un club-tour nei locali della Campania, state già pensando a organizzare un tour estivo che magari faccia conoscere anche al Nord il vostro ultimo lavoro?
Per questa estate rimarremo ancora un po’ nel caldo sud, in qualche festival o rassegna che raccolga parecchie persone disposte ad ascoltare un po’ di musica nuova. L’obiettivo di diffondere anche al Nord, ma in generale ovunque si possa, la nostra musica è fissato per il prossimo autunno.
Da insider come vedete lo stato di salute della musica-indie italiana? C’è qualche artista indie che seguite particolarmente?
Sarebbe stupido dire che “è tutto ok”. I tempi sono cambiati, forse molto più velocemente rispetto al tempo che c’è stato di organizzarsi. Le necessità sono sempre maggiori, il pubblico sempre più sovrastimolato e di conseguenza meno disposto ad essere aperto alla curiosità. C’è meno passione per i live e meno interesse per il lato più profondamente “artistico”. Che ci piaccia o meno, la musica è un prodotto industriale al pari di tante altre cose. C’è fermento, questo sì, tanto fermento e tanta speranza da parte di chi prova a vivere di questo mestiere e, soprattutto, ci vive dal punto di vista delle emozioni.
Proiettiamoci nel futuro: chi vi piacerebbe avere ospite nel vostro prossimo album?
Stimiamo davvero così tanti artisti e amiamo così tanto le collaborazioni che sarebbe davvero difficile scegliere. Sicuramente qualcuno che ci stimoli, che mescoli il suo sound al nostro dando vita ad una miscela particolare. Voi chi ci consigliereste?
Tags: beltrami, Giampiero Jum Troianiello, intervista, musica indie, musica italiana, Piangi, punti di vista
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