Ad inizio anni ’80 gli Yazoo realizzarono una delle loro canzoni migliori, Goodbye 70’s, nel 2015 Jimmy Somerville dice Welcome Back 70’s e ritorna alla grande con Homage, un disco che è un unico, potente omaggio alla disco music e al funky degli anni ’70, una cavalcata lunga 12 canzoni che ci riporta indietro di 40 anni ai ritmi e al sound che hanno fatto grandi artisti come Donna Summer, i Bee Gees e la Motown.
Sono passati 6 anni da Suddenly Last Summer, lo spiazzante disco di cover acustiche realizzati dal cantante di Glasgow, nel frattempo Jimmy ha realizzato una serie di EP (con alcuni brani finiti dentro il nuovo Homage) e poi, con la collaborazione del fido John Winfield ha lanciato Homage, un omaggio ai suoi miti giovanile ma anche il primo disco in cui Jimmy (parole sue) è riuscito ed ha potuto fare quello che voleva.
La tracklist di Homage comprende:
1. Some Wonder: l’intro richiama Somewhere dei Pet Shop Boys, ma il pezzo poi è una cavalcata in piena disco music anni ’70 accompagnato dal falsetto di Jimmy fino al coretto finale che fa molto funky 70’s, l’inizio di Homage è davvero prorompente,
2. Strong Enough: all’inizio convince poco, ma poi si rianima grazie al coro e al bridge strumentale, anche qui disco anni ’70 a manetta,
3. Freak: anche qui le battute al minuto restano alte, il genere è sempre quello ma nel brano spicca anche un’accattivante parte parlata, non sul livello dei precedenti ma brano discreto con un ritornello orecchiabile e che entra subito in testa,
4. Taken Away; troppo chiassoso all’inizio, il brano si rianima per via di un giro di basso intrigante che allontana il pezzo dai ritmi 70’s… ma è solo un’illusione, il ritornello ci riporta subito sulla pista da ballo,
5. Back To Me: pezzo abbastanza riempitivo… bella la disco ma dopo 4 brani sarebbe stata l’ora di qualcosa di diverso, mentre il brano è troppo simili ai precedenti per risultare gradevole e annoia subito,
6. The Core: FINALMENTE qualcosa di diverso, un pezzo che sa sempre di 70’s ma almeno un bel lento, in cui emerge la voce di Jimmy con il suo celebre falsetto,
7. Travesty è uno dei singoli di Jimmy estratti da Homeage e qui l’omaggio è equamente diviso tra Bee Gees e Donna Summer, con un ritornello chiassoso e trascinante,
8. Bright Thing: l’intro alla Village People promette subito bene, poi il ritmo si rallenta e si segnala un giro di basso che fa molto Motown ma il cantato è la parte debole del brano, che resta anche qualitativamente sotto la media di Homage, pezzo un pò debole,
9. Lights Are Shining: pezzo meno dance nei precedenti, più pop e meno dance ma con una sezione di fiati (elettronici) molto funky. Il testo è un pò scontato ed il brano non è esaltante, il disco comincia a mostrare segni di stanchezza…
10. This Hand: anche qui si va più sul pop, ma il disco sembra perdere smalto ad ogni canzone. In This Hand è stanca anche la melodia e non solo il cantato, è un pò come Back To Me… un riempitivo,
11. Overload: per fortuna il disco ha uno scatto d’orgoglio e Overload, per merito anche del coro bello carico (in sintonia con il titolo della canzone verrebbe da pensare), è un pezzo valido, dall’arrangiamento funky ma con un coro che ha un tocco di gospel, poteva essere il brano perfetto per chiudere il disco,
12. Learned To Talk: brano niente male, un bel lento, introdotto da un piano suadente. Ha una posizione infelice in fondo alla tracklist quando sarebbe stato più utile e lo si sarebbe apprezzato di più a metà disco per spezzare il ritmo di un disco a tratti monotono.
In definitiva Homage è un album più che discreto, gli arrangiamenti sono curatissimi e la voce di Jimmy è sempre eccellente ma ha un ritmo un pò troppo piatto: a parte 3 canzoni il sound delle tracce è sempre quello, manca un pò la varietà nei ritmi e in un disco comunque abbastanza lungo la cosa inizia a farsi sentire. Forse, realizzandolo con un paio di tracce (di qualità nettamente inferiore alle altre) in meno, tutto il disco ne avrebbe beneficiato. Anche una diversa tracklist (disponendo in modo più omogeneo i lenti proprio per spezzare un pò il ritmo) avrebbe migliorato l’album. Così Homage, invece, non riesce così a convincere appieno: l’operazione nostalgia non funziona al 100% ma questo è sufficiente per regalarci quello che sicuramente è il migliore disco di Jimmy Somerville degli ultimi 15 anni.
Giudizio: 7/10
Da scaricare: Some Wonder, Overload
Andrea Dasso
Tags: bee gees, bronski beat, cherry red, communards, donna summer, homage, jimmy somerville, nuovo album, recensioni, some wonder
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