A 3 anni da MDNA, Madonna è tornata sul mercato discografico con la sua nuova fatica Rebel Heart. Un album dalla genesi affrettata dalla comparsa online di alcuni dei suoi brani ma che non ha mancato di suscitare interesse grazie alle sue numerose collaborazioni e alle ben 19 canzoni che danno vita alla versione deluxe del disco.
Miss Ciccone ha parecchio svecchiato il suo staff scegliendo come produttori del disco, tra gli altri, dj giovani come Diplo e Avicii nonché il noto rapper Kanye West.
Ecco cosa pensiamo noi di SPL80 dei brani di Rebel Heart:
1. Living For Love: difficile trovare un inizio migliore per l’album. Il primo pezzo funzionana alla grande, strizza l’occhio alla house ma ha anche un incidere solare ed incalzante: eccellente!
2. Devil Pray: l’inizio è in chiave prettamente acustica e handclap, supportato poi da un beat in cui si sentono le influenze di Avicii, ma il pezzo convince poco anche perché soffre il confronto con il brano precedente e, visti i temi trattati, sa di occasione sprecata.
3. Ghosttown: è la prima ballad dell’album e mostra in pieno ancora una volta che Madonna ci sa fare anche con i lenti e non solo nei riempista, ben fatto!
4. Unapologetic bitch: dopo un così buon inizio arriva la rovinosa caduta… testo insignificante e sound trascurabile. Una simile incursione nel reggaeton è un affronto per chi ha realizzato un brano come Frozen: per inseguire le mode sonore del momento a volte anche Madonna sbaglia e purtroppo non sarà l’unico scivolone del disco…
5. Illuminati: prodotto da Kanye West, il brano è segnato da un cupo sound industrial e dal vocoder, ma c’era da aspettarsi di più da una simile collaborazione.
6. Bitch, I’m Madonna( feat. Nicki Minaj): cambio il genere rispetto al pezzo numero 4 di Rebel Heart, ma il commento è lo stesso: scivolone numero 2 ed uno dei punti più bassi del disco.
7. Hold tight: incursione nel pop contemporaneo (e già da questo non ci sarebbe da stare allegri) ma il ritornello risolleva in parte il pezzo, un discreto riempitivo ma che in un disco più razionale (ovvero con meno tracce) poteva stare tranquillamente fuori dalla tracklist.
8. Joan of Arch: i ritrmi si rallentano di nuovo e dopo il grigiore dei pezzi precedenti, il livello dell’album si risolleva e le parti voce+chitarra sono tra le migliori dell’interno Rebel Heart, rinverdendo i fasti di Music.
9. Iconic (feat.Mike Tyson e Chance The Rapper): uno dei brani di più difficile ascolto di Rebel Heart, la qualità c’è (oltre ad un riuscito cambio di ritmo da epico a cupo) ma occorrono più ascolti per apprezzare il brano. Se avrete pazienza non vi deluderà!
10. HeartBreak City: brano molto intenso, caratterizzato dalla malinconia e da un rullo di batteria incalzante, pezzo non certamente radiofonico ma d’atmosfera.
11. Body shop: brano molto estivo in cui l’handclap la fa da padrone, potrebbe essere un buon singolo radiofonico. Qualitativamente non il massimo dell’album, ma un intermezzo leggero e pop arrivati alla traccia numero 11 può anche starci.
12. Holy water: scivolone #3… pensavamo ormai di esserci lasciati alle spalle brani come le tracce 4 e 6 ed ecco un altro pezzo deludente, basso livello e testo squallido, da skippare senza pietà
13. Inside out: pezzo molto anni ’80 e non è un male che Madonna riscopra il sound del decennio che l’ha lanciata. I sintetizzatori la fanno da padrone per la prima volta in Rebel Heart e il pezzo non sfigura, merito soprattutto del ritornello che entra subito in testa.
14. Wash all over: in alcun punti la voce di Madonna sembra scomparire ma dove riesce ad emergere dai troppi suoni presenti dà un’ottima prova, buon finale (con una punta di cantato epico) per l’edizione standard. Live in tour, anche lì come finale, potrebbe suonare anche meglio.
15. Best Night: prima delle bonus track ed è un brano abbastanza anonimo, a cui non giovano alcuni suoni orientaleggianti per uscire dalle mediocrità, si dimentica facilmente.
16. Veni Vidi Vici (featuring Nas): cervellotico ed inspiegabile il motivo che hanno spinto Madonna a relegare questa traccia alla sola edizione deluxe: nettamente il duetto migliore presente in Rebel Heart beneficia e non poco della superba rappata di Nas.
17. S.E.X. ovviamente la provocazione è presente in ogni album di Madonna (si vedano anche i titoli a richiamo religioso di vari brani di Rebel Heart), ma anche qui la bonus track è di basso livello, quella che in passato sarebbe stata una bside. Brano tra pop e r’n’b di scarso appeal, si ascolta e si dimentica in fretta.
18. Messiah: l’intro con la sola voce di Madonna ed il piano è molto di atmosfera, il resto del brano conferma che è quando i ritmi si rallentano che spesso esce la qualità di Miss Ciccone, come in questa circostanza ma i bridge strumentali troppo allegri rovinano un pò l’atmosfera del brano.
19. Rebel Heart: altre scelta difficile da capire: la title track esclusa dalla versione standard del disco… Brano che si apre con un’allegra chitarra acustica e prosegue come un accattivante brano pop solare. Poteva essere un ottimo singolo ed invece è regalato a chiusa della deluxe edition, peccato!
Rebel Heart è un disco che soffre di alcuni problemi: intanto si sente che è stato realizzato in fretta e furia dopo “il furto digitale” di alcuni brani finiti in rete visto che è molto poco organico e sembra una compilation piuttosto che un disco organico (merito/colpa anche dei troppi producer che vi hanno messo mano) ed, in secondo luogo, è davvero troppo lungo: la versione deluxe raggiunge i 19 pezzi decisamente troppi sia per durata sia per l’altalenante qualità. Un CD con 10-12 dei pezzi presentati sarebbe entrato tra le migliori produzioni di Madonna dal 2000 ad oggi mentre in questo modo Rebel Heart resta solo un disco con momenti particolarmente ispirati ed abissi terribili in cui Madonna scivola quando vuole inseguire troppo personaggi e mode del momento (il reggaeton, il ricorso eccessivo al rap, Nicki Minaj…). Nonostante i suoi difetti ed un andamento altalenante tra una traccia e l’altra, Madonna è riuscita a realizzare un album con brani in grado sia di piacere al pubblico delle radio (ammesso che li passino vista la recente polemica con BBC Radio 1 sia di piacere ai suoi fans, ma lascia troppo l’impressione di un disco incompiuto, di qualcosa che poteva essere ottimo ma è semplicemente buono.
Giudizio: 7/10
Da scaricare: Living For Love, Ghosttown e Veni, Vidi, Vici.
Andrea Dasso
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