Lo avevamo previsto… Mick Hucknall non si sarebbe liberato così facilmente del brand Simply Red e così, dopo 2 album solisti non proprio di successo, il rosso ha ripreso il vecchio nome (perché ormai i Simply Red sono Mick Hucknall mica una band), ha richiamato in servizio i musicsti dell’ultimo periodo dei Simply e ha deciso di imbarcarsi in un nuovo album e relativo tour.
Si tratta di un album importante nella discografia dei Simply Red in quanto, oltre ad essere quello del ritorno, è il brano da Life del 1995 ad essere interamente composto da canzoni inedite, tutte scritte da Mick e prodotte da Andy Wright.
La tracklist di Big Love è così composta:
Shine on
Daydreaming
Big love
The ghost of love
Dad
Love
Wonders
Love gave me more
Tight tones
Woru
Coming home
The old man and the beer
Each day
Big Love si segnala dal primo ascolto per gli arrangiamenti curati e le sonorità figlie dell’incontro tra pop, blues e jazz ma purtroppo, la lunga attesa e il molto tempo disponibile per la release dell’album non hanno portato a grandi novità: l’album appare come un tipico disco Simply Red, un pò come se Mick avesse lavorato con il pilota automatico inserito cercando di realizzare un disco che incontrasse facilmente il gusto dei fans, con sonorità sulla falsariga di Stay. Purtroppo però non ci sono né il pop frizzante di Home né i grintosi brani soul degli inizi, Big Love è un disco che si colloca in un limbo non deludendo in toto ma neppure esaltando, aurea mediocritas dicevano gli antichi. Certo all’interno di Big Love ci sono degli spunti interessanti: Shine On (traccia di apertura nonché primo ed azzeccato singolo) è un bel brano pop e solare con strizzate d’occhio al soul, Big Love vorrebbe imitare i lenti dei successi del passato ma l’arrangiamento troppo soft la penalizza, The Ghost Of Love (secondo singolo estratto) è un brano in stile Barry White ben arrangiato ma singolo decisamente troppo fiacco. Big Love sembra crescere alla distanza ed è infatti nella sua seconda parte che si concentrano i pezzi più interessanti: Tight Tones veleggia a metà tra disco anni ’70 e soul, validi anche Woru e Coming Home, mentre i due ultimi pezzi sono decisamente troppo fiacchi e non chiudono bene l’album che avrebbe visto in un brano come Big Love, il pezzo ideale per terminare l’album.
In conclusione Big Love non è affatto un brutto album, piacerà a molti fans del Rosso ma manca di inventiva, troppo ben costruito, decisamente senza infamia e senza lode. Francamente da una band come i Simply Red ci si poteva ed doveva aspettare qualcosa in più.
Giudizio: 5/10
Da scaricare: Shine On, Tight Tones e The Ghost Of Love
(Andrea Dasso)
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