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L’America di Tricarico

Published on Febbraio 10, 2013 by   ·   No Comments

America è il brano che annuncia il prossimo album del cantautore Milanese.

America quando sarai angelica?

Quando ti toglierai i vestiti?

Sono stufo delle tue folli pretese.

America dopo tutto siamo tu e io a essere perfetti non il mondo vicino.

(Allen Ginsberg, Jukebox all’idrogeno)

Sono i versi che scriveva Allen Ginsberg, padre dei poeti maledetti della beat generation, nel 1956 in una poesia che aveva appunto intitolato America. Per lui, come per Kerouac, il nuovo continente era diventato molto più di un luogo fisico: era metafora di una condizione intellettuale e spirituale, era foriera di trasgressione, era riparo per animi inquieti. Con le sue sfumature e le infinite contraddizioni.

“L’America” è il titolo del nuovo singolo del cantautore Tricarico, che torna sulla scena dopo il suo ultimo album “L’imbarazzo” datato 2011.

Cosa ha in comune l’artista milanese con le grida strazianti di quei poeti che non trovavano pace? Nulla eppure tanto. Dietro le melodie orecchiabili, facilmente riconoscibili, audaci, a tratti sfrontate, si cela una ricerca dello spirito, spesso piccoli malesseri interiori (come dimenticare il singolo che lo portò in auge “Io sono Francesco” che a primo acchito poteva sembrare una storiella divertente condita da qualche parolaccia e invece poi ti commuoveva lasciandoti gli occhi bagnati dalle lacrime?).

Ecco che Tricarico ritorna, con la maturità artistica di chi con gli anni è capace di crescere, ma che sa anche mantenere il suo stile e un approccio alla musica più unico che raro.

Lo fa con “L’America”, indossando un vestito per certi versi più rock misto blues, e ancora una volta racconta una storia dell’’io.

“L’America” è un non-luogo, è quel posto all’’interno di noi stessi, dove spesso restiamo ingarbugliati nei nostri pensieri, cercando di scioglierli con il risultato, invece, di ingarbugliarli ulteriormente. “L’America” è il non-posto in cui cerchiamo di dimenticare lei o lui; è quella favola, che può essere anche bellissima, ma resta una favola e quindi finzione. E’’ lo spazio dove non esiste crisi, è il rifugio dove potremo rinchiuderci ascoltando questo pezzo.

“il luogo del talento del merito e della felicità è quello in cui

finalmente riconosciamo chi siamo.

Solo quello che c’è

a volte è tantissimo perchè siamo solo noi con i nostri pregi e i nostri difetti

le nostre gioie e i nostri dolori,

la cosa più importante, solo quello che c’è.

Il resto viene da sé.

Si cerca sempre di essere migliori ma a volte cercando si peggiora, invece di semplificare si complica.

L’America è una metafora di tutto questo”

Francesco Tricarico

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