Con i Depche Mode in tour nel nostro Paese era tempo che dedicassimo un pò di spazio ad un esame approfondito della nuova fatica che Dave e soci stanno promuovendo in tour.
Era una bella sfida quella toccava ai Depeche Mode, riuscire a fare un album con sonorità moderna (per non suonare ripetivi) ma che allo stesso tempo bissasse il successo di Sound Of The Universe. Al lavoro Dave e soci hanno chiamato a partecipare anche l’ormai produttore di fiducia Ben Hillier, al mixing Flood (altro collaboratore storico della band ma al lavoro anche con Erasure, Placebo, Killers, U2 e moltissimi altri) e per scrivere alcuni brani ha reclutato anche Kurt Uenala, che ha partecipato ad un paio di dischi di Moby.
Con Delta Machine la missione è stata compiuta… almeno in parte!
L’inizio promette subito me Welcome To The World (ottimo il cambio di ritmo per il ritornello) e Angel (tuta synth ma con un sound quasi ambiente per il ritornello) sono subito due pezzi del Depeche Mode sound, con sintetizzatori e suoni dark in bella evidenza ma con improvvisi momenti eterei.
Heaven è una splendida ballata elettronica in cui la voce calda di Dave Gahan incanta sin dall’inizio, la successiva Secret To The End è un brano in cui la voce di Dave è la protagonista mentre sullo sfondo rimangono bassi e synth, sino al finale strumentale in cui esplodono in tutta la loro potenza per un outro strumentale imprevisto e spiazzante. My Little Universe è un’altra canzone tipicamente Depeche con voci sussurrate e ritmi suadenti. Slow si apre invece con un sound blues sporco ed intrigante, seguono poi Slow (pezzo decisamente elettronico e piacevole), The Child Inside (caratterizzata da un cantato quasi sussurrata e da una elettronica minimale), mentre Soft Touch/Raw Nerve (con un sound elettronico di synth e pad molto martellanti) è una delle tracce più energiche del disco. Album track ma nulla più Should Be Higher e Alone, si arriva al secondo singolo, Soothe My Soul: canzone più energica del primo singolo (Heaven) la melodia del ritornello della canzone non può che rimandare alla mega hit Personal Jesus. Si chiude con Goodbye: anche qui affiora un certo sound blues e il brano appare la degna conclusione del disco .
Delta Machine appare senza dubbio come un progetto interessante, ben strutturato e con arrangiamenti curati come da prassi per la band, ma è anche un disco che non segna alcuna innovazioni nel sound del gruppo (per questo all’inizio scrivevamo di missione riuscita in parte) che continua a specchiarsi in suoni cupi e malinconici. Sicuramente il disco è superiore a Sound Of The Universe, ma non c’è innovazione e tolta Heaven manca anche il colpo di genio a livello di possibili singoli. Prodotto che siamo sicuri piacerà ai fans, ma non a chi si aspettava qualcosa di nuovo.
Giudizio: 7/10
Da scaricare: Heaven, Slow, Soft Touch/Raw Nerve e Soothe My Soul
Andrea Dasso
Tags: andy fletcher, dave gahan, delta machine, depeche mode, flood, martin gore
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